PIETRA DI BISMANTOVA m. 1047 APPENNINO REGGIANO
SABATO 4 MAGGIO 2019
La Pietra di Bismantova è un’isola di roccia che domina le dolci alture circostanti esercitando da sempre un fascino magnetico, una potenza evocativa, come dimostra anche la citazione di Dante nel Canto IV del Purgatorio “montasi su Bismantova in cacume, con esso i piè ma qui convien ch’om voli”. Difficile, a tutte le età, resistere al richiamo irresistibile di questa piccola montagna, per tutti semplicemente “LA Pietra”, meta privilegiata per alpinisti, climbers, escursionisti e turisti. Spesso però si raggiunge la sommità dal sentiero 697, trascurando ingiustamente gli altri interessanti sentieri che si sviluppano sui fianchi e intorno alla Pietra. Questo itinerario è proprio un invito a riscoprire questo luogo percorrendo un breve ma entusiasmante percorso ad anello.
ITINERARIO: Da Castelnovo ne’ Monti si raggiunge a piedi con sentiero (697A) Piazzale Dante, si sale, con una ripida scalinata, fino al Rifugio della Pietra, situato a pochi metri dallo storico Eremo di Bismantova.
1 Proprio sotto alle pareti meridionali della Pietra, si trova l’Eremo, fondato nel 1411 e consacrato nel 1422. L’adiacente monastero fu eretto tra il 1616 e il 1625. Il luogo di culto è ancora oggi un importante punto di riferimento religioso e devozionale per gli abitanti di Castelnovo e dell’Appennino reggiano A fianco dell’Eremo si trova anche un monumentale acero di monte.
Dopo aver visitato l’Eremo, si ritorna davanti al Rifugio della Pietra, lo si supera e, poco dopo, si giunge a un bivio. Ignorata la possibile deviazione a sinistra (segnavia 697A), si mantiene la destra in direzione della sommità della Pietra (segnavia 697, cartelli). Dopo un breve tratto nel bosco (che lambisce alcune vie di arrampicata), si affronta un suggestivo traverso sotto alle pareti (vista su Castelnovo e sulla Val d’Enza).
2 La Pietra è, dalla metà del XX secolo, una delle “capitali” dell’arrampicata in Italia e nei fine settimana le sue pareti sono frequentatissime dagli appassionati. La storia alpinistica della montagna inizia nel 1922, quando Carlo Voltolini scalò in solitaria quella che fu chiamata “Via degli Svizzeri”, perché un amico elvetico aveva accompagnato Voltolini sotto alla parete. Ora sono oltre 200 le vie di salita tracciate, senza contare i boulders (cioè i grandi sassi). La quantità e la varietà delle salite, con difficoltà (da 4a a 8c), lunghezze (monotiri e vie lunghe) e caratteristiche (vie classiche e sportive) variabili, permettono di avere vie di salita adatte a tutti, dagli arrampicatori più esperti come ai bambini e ai ragazzi che vogliono provare l’emozione del verticale, naturalmente accompagnati e istruiti adeguatamente.
Una breve ma ripida salita tra le rocce permette di raggiungere il ripiano sommitale della montagna (quota 999 m). Questo tratto presenta dei corrimano di canapa, che possono far vivere, in tutta sicurezza, una minuscola avventura ai camminatori più piccoli. Ignorato il sentiero 697 che prosegue diritto sui prati (fino alla metà del XX secolo, questi erano campi coltivati a patate e cereali poveri, come la segale), si svolta a destra verso il punto più elevato della Pietra (cartello). Dopo poche centinaia di metri si consiglia di girare a destra e uscire sui prati sommitali meridionali, raggiungendo un punto panoramico dove alcuni tubi metallici posizionati su un palo permettono di individuare le cime e i paesi circostanti.
3 Da qui è infatti possibile riconoscere facilmente la lontana piramide del Monte Cimone, la sagoma del “Gigante addormentato” del Monte Cusna e la vicina sagoma appuntita del Monte Ventasso, ma anche le adiacenti vette del Monte Cavalbianco e del Monte La Nuda oppure l’allungato profilo del crinale parmense.
Seguendo, a debita distanza (non avvicinarsi al bordo della rupe!!), il margine dell’altopiano, si piega a sinistra (nord-est) assecondando una traccia senza segnavia ma assolutamente evidente. Senza alcun problema di orientamento ci si innesta sulla traccia proveniente più direttamente dal bivio a quota 999 m e, proseguendo diritto, si raggiunge la massima elevazione della Pietra di Bismantova (1041 m, 0,40 h).Piegando a sinistra, si entra nel sottosante bosco e si raggiunge l’uscita della Ferrata degli Alpini. Prima di scendere intuitivamente a sinistra lungo un invitante pendio erboso, una breve deviazione a destra consente di raggiungere in pochi istanti la ben visibile altura del Castelletto (così denominata da Gaetano Chierici durante i suoi scavi del XIX secolo).
4 Qui infatti sorgeva un castello di cui oggi si possono osservare solamente i basamenti murari di una torre e resti di murature in pietra e laterizio. I Romani fortificarono con ogni probabilità la rupe con una struttura difensiva che costituì la base del Castrum bizantino (detto anticamente Kastron Bismanto oppure Castrum Bismatum), che fu una delle principali roccaforti “greche” durante l’avanzata dei Longobardi. Anche quest’ultimi sfrutturano la posizione strategica della Pietra facendone il punto di controllo della Valle del Secchia, così come fecero i Canossa (proprietari del castello dal 950) e successivamente i Dalli. Per le continue frane il castello eretto sulla sommità della rupe venne progressivamente abbandonato in favore del Castrum Novum, primo nucleo dell’attuale Castelnovo, citato nel 1111.
Tornati sulla traccia principale, si perde qualche metro di quota, immettendosi sul sentiero 697. Svoltando a destra in direzione di Castelnovo (cartelli), si raggiunge un bivio. Ignorato il sentiero 699 che gira a destra, si mantiene la sinistra e si perde quota sulla vecchia mulattiera che permetteva agli abitanti di Castelnovo di raggiungere la sommità della Pietra. Senza difficoltà si giunge al crocevia situato nei pressi dei ruderi di Cà del Lovastrel (885 m, 1 h). Ignorata la mulattiera che piega a sinistra verso il Sassolungo (segnavia 697A) e anche il medesimo segnavia che scende verso Cà Pavoni e Castelnovo, si mantiene la destra in direzione di Campo Pianelli (segnavia 697, indicazioni sempre presenti). Contornando lo spigolo nord-ovest della Pietra, si superano in successione due possibili deviazioni, la prima con il sentiero 697var che si dirige a nord-ovest verso Casa Pattino e la seconda con il Sentiero Spallanzani che si dirige a nord-est verso Campolongo. Mantenendo sempre la destra, si giunge nei pressi della breve scalinata che permette di salire al ripiano di Campo Pianelli (1,20 h).
5 L’aspetto piuttosto anonimo di questo ripiano erboso, non farebbe certo pensare che ci si trovi davanti a uno dei più importanti siti archeologici dell’Appennino Tosco-Emiliano. Qui infatti sono stati riportati in luce reperti dell’Età del Bronzo, dell’Età del Ferro e dell’epoca etrusca e ligure. Un pannello presente ai piedi del sito permette di comprendere meglio la storia di questo luogo.
Ritornati sul sentiero, si ignora quasi immediatamente il sentiero 699 che sale nuovamente verso la sommità della Pietra e si mantiene la sinistra in direzione di Piazzale Dante. Restando ai piedi della Pietra, si attraversa la caratteristica distesa franosa di Fontana Cornia, ammasso di blocchi di arenaria crollati dalla Pietra nel XVII secolo. Trascurata a sinistra una sterrata senza segnavia che conduce a un gruppetto di case, si prosegue nel bosco in direzione di Piazzale Dante.
6 La grande diversità di ambienti dell’area della Pietra determina un’altrettanto considerevole biodiversità, soprattutto delle specie vegetali. Nelle zone più assolate e detritiche si trovano la roverella, il maggiociondolo, l’orniello; nei boschi intorno alle pareti si alternano il carpino nero, l’acero campestre, l’acero montano, il nocciolo, il frassino e il corniolo mentre non mancano “intrusioni” dei due alberi normalmente dominanti (a quote differenti) nell’Appennino settentrionale, il castagno e il faggio. Spesso isolati nei prati si trovano monumentali esemplari di cerro, mentre la costante frequentazione dell’uomo ha comportato la presenza (anche sulla sommità della Pietra) anche di numerosi alberi da frutto (meli, peri, ciliegi) oltre che di una grande varietà di arbusti e cespugli (sambuco, berretta da prete, biancospino, caprifoglio, prugnolo, rosa canina). L’alternanza di praterie, zone alberate e fondo roccioso determina anche un’interessante convivenza di fiori che normalmente non si trovano nello stesso luogo; dal semprevivo al doronico, dalla sassifraga all’elicriso, dalla primula all’anemone, dal geranio selvatico al giglio di San Giovanni. Costeggiando alcuni prati che riservano spettacolari visuali delle pareti meridionali della Pietra, si raggiunge l’ampio ripiano a valle della Foresteria della Pietra. Svoltando a destra in pochi minuti si fa ritorno a Piazzale Dante (2 h).
7 Prima di ripartire ci si può fare un’ultima domanda. Come ha avuto origine questa straordinaria montagna? Questo altopiano quasi pianeggiante, delimitato da verticali pareti che si elevano per circa trecento metri, è costituito da calcareniti sedimentarie stratificate sopra un livello di marne e argille, originatesi tra venti e quindici milioni di anni fa in un mare caldo, più a ovest della posizione attuale, in corrispondenza dell’attuale Liguria dove esisteva, tra Giurassico superiore e Cretacico, un piccolo oceano (chiamato “Oceano Ligure”), diramazione della grande Tetide, dalla cui chiusura si è formato l’Appennino. Per questo motivo le rocce della Pietra vengono chiamate Epiliguri o Liguridi. La maggiore resistenza all’erosione delle rocce epiliguri rispetto alle marne a alle argille su cui sono appoggiate ha determinato l’attuale aspetto della Pietra, facendola “emergere” per centinaia di metri dai dolci pendii circostanti.
POSSIBILITA’ DI PERCORRERE LA FERRATA DELL’ ULTIMO SOLE : Descrizione Ferrata “Dell’Ultimo Sole” lato Ovest Ferrata ottimamente attrezzata molto più semplice e facile da percorrere della Ferrata degli Alpini, in quanto si sviluppa per la maggior parte in senso orizzontale risultando più un sentiero attrezzato, senza la presenza di passaggi difficili o di difficoltà particolari. Dislivello:140 m, percorrenza ferrata 30 minuti circa.
PERCORSO STRADALE: La Pietra di Bismantova si trova nell’Appennino Toscoemiliano a Castelnovo ne’ Monti (RE). Si raggiunge Castelnovo tramite l’autostrada MI-BO, uscita Reggio Emilia, e la statale SS63, che, da Reggio Emilia, porta al Passo del Cerreto. Arrivati a Castelnovo ne’ Monti, dal centro paese si imbocca la SP108 e, poco dopo il cimitero, si prosegue lungo la SP26 che conduce all’ampio parcheggio di piazzale Dante, dove si lasciano le auto.
RITROVO: Alle ore 06,00 presso il parcheggio autostrada brescia centro.
PUNTO DI PARTENZA: Piazzale Dante m. 784.
ABBIGLIAMENTO: Escursionistico.
DISLIVELLO: m. 250
TEMPO DI PERCORRENZA: Ore 3,30 giro.
DISTANZA: Km. 7 circa
DIFFICOLTA’: Escursionistica.
PRANZO: Sacco
MEZZI: Propri
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Nessuna responsabilità sarà a carico dell’organizzazione per danni a cose o persone che dovessero verificarsi durante l’escursione.